Con il freddo di questi giorni, i campi messi in ginocchio dal gelo e i prezzi delle verdure alle stelle risultano grandi alleati in cucina i legumi molto versatili, proteici e per di più economici. Ritorno sui fagioli per un piatto diverso dal solito. Una ricetta che non è tipica del nostro territorio e che pertanto ho interpretato secondo il mio gusto, che i piacentini non me ne vogliano.
A Capodanno se si organizza da soli il cenone si ha di certo più voglia di sperimentare qualche piatto più chic, è pur vero però che non sempre è facile osare con un primo o un secondo, portate più consistenti con cui si deve per forza cercare di accontentare tutti.
Un piccolo antipasto è sufficiente a portare quel pizzico d'innovazione che lascerà a bocca aperta i commensali senza pregiudicare il buon esito della cena.
La frutta secca sulla tavola di Natale è imprescindibile e fra questa anche le castagne hanno i loro cultori. Ebbene fino a una decina di anni fa le castagne erano per me semplicemente frutta secca da consumare bollite o come caldarroste in un brevissimo periodo dell'anno, ricomparivano infornate sulla tavola natalizia e poi basta più. Se avessi detto a mia nonna che potevano essere un ottimo condimento per la pasta o la carne si sarebbe messa sicuramente a ridere perché qui non è tradizione e, siccome a me le tradizioni a tavola mi piace sovvertirle, da quando cucino io ho iniziato ad assaggiare le castagne in diversi modi, attingendo magari anche alle tradizioni di quei luoghi in cui le castagne hanno nutrito e sostentato intere generazioni di popoli fornendo quell'apporto calorico necessario alla vita quando altro, ahimè, non c'era.
A Natale un dolce sontuoso è di rigore. Certo io amo le cose originali e al posto di una torta o di una coppa dessert vi propongo un dolce che a prima vista non sembra neppure tale e lascia spazio ad ogni tipo di appetito permettendo di comporre le porzioni e i sapori secondo il desiderio e i gusti dei commensali. Un dolce giocato tra bosco e sottobosco, tra frutti di bosco, funghi di frolla e mandorle, cioccolato, panna e mascarpone c'è da perdersi.
Il periodo natalizio è ormai ufficialmente iniziato per cui siamo tutti alla ricerca di idee per pranzi e cenoni festivi. Oggi vorrei proporvi un burro aromatizzato con mortadella e capperi, mi direte a cosa serve?
Il sabato sera per me dev'essere dedicato al comfort food, ovvero a quei piatti che hanno il potere di gratificare oltre che il palato anche l'animo e magari se non sono sempre cibi sani e dietetici non fa nulla, nel fine settimana possiamo permetterci qualche sgarro se per il resto stiamo attenti a quel che mangiamo. Il sabato sera se non si va fuori via libera a pizza, pollo e patatine, hamburger home made, panzerotti e altri cibi adorati in genere da tutta la famiglia.
Vi propongo oggi degli involtini golosamente ripieni e per di più untuosamente fritti perché, ditemi quello che volete, la poesia del fritto quale altra cottura ce l'ha? Il fritto è un mondo a sé, per il fritto o si è portati oppure no.
Chifel o come dicono gli austriaci Kipfel vuol dire "lunetta" e riconduce all'assedio di Vienna da parte dei turchi del cui esercito è simbolo la mezzaluna. Per confortare i suoi concittadini un panettiere viennese preparò questi pani a mezzaluna.
Per San Martino è d'obbligo assaggiare il vino nuovo ed allora vi propongo un primo gustoso e sostanzioso. Golosi conchiglioni farciti con zucca e salsiccia e conditi con funghi.
La pasta al baccalà è un classico della nostra cucina di tradizione ma come ormai sapete mi piace lasciare il terreno conosciuto per avventurarmi un po' in zone poco note.
